Pianure verdi a perdita d’occhio dove la presenza dell’uomo è solo accennata: sarà il suono dei pascoli sterminati a indicarti la strada

Può il silenzio raccontare un luogo? Nelle piane del Meilogu e del Logudoro è possibile, anche se davanti agli occhi si ha uno spettacolo della natura, sarà l’udito il senso che più godrà del piacere di un trekking in questi territori.

Via dai rumori delle auto, dal vociare delle persone, dal frastuono che la vita di tutti i giorni ti impone di sentire, ad un tratto avvertirai una lieve pressione sui timpani, come se qualcuno ti stesse sussurrando vicino, dovrai guardarti intorno perché ti sembrerà che il silenzio ti accarezzi e capirai che ha deciso di parlarti.

Ti racconterà di note di campanacci dolcemente dondolati da pigri bovini, di belati in lontananza, di agnellini, ti farà osservare come questi suoni rendano più intenso e brillante il verde dell’erba di cui comincerai a sentire l’intenso profumo. E allora ti verrà naturale percepire il gusto del formaggio che proprio dal latte di quegli animali silenziosi è stato prodotto.

Non avrai difficoltà a trovare nei piccoli paesi che popolano i dintorni, ristoranti o caseifici dove potrai assaporare ciò di cui il silenzio ti ha parlato e ti sembrerà difficile andar via, pensando che alla fine hai fatto anche un viaggio nel tempo, quando alle persone di queste terre il silenzio parlava come ha fatto con te, ma migliaia di anni fa.

A Bonorva c’è un piccolo villaggio, Rebeccu, legato a una famosa leggenda, dove troverai una terrazza che si affaccia sulla piana di Santa Lucia. Ecco: da lì potrai ascoltare il silenzio e tutto quello che ti vorrà raccontare.