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Il centro del Logudoro è noto per la creazione di lame a serramanico uniche nel suo genere, oggi ricercatissime dai collezionisti
Quando l’aggettivo diventa sostantivo. Perché in Sardegna “pattadese” (cioè originario del comune di Pattada) è sinonimo di coltello artigianale di qualità, che infatti in questo centro del Logodoro ha trovato i suoi migliori produttori.
Il coltello in Sardegna ha un’importanza straordinaria perché è uno strumento indispensabile per il lavoro di contadini e pastori. La storia del coltello pattadese parte fin dal 1700 con i primi esemplari di “corrina”, caratteristici per la lama fissa a foglia di mirto. Questi coltelli nell’Ottocento diventano a serramanico e danno vita ad una ulteriore tipologia, quella della “resolza”, ovvero di un coltello a serramanico che si contraddistingue per la presenza di un anello ornamentale tra manico e lama.
Ed è proprio la resolza di Pattada il coltello più famoso. Maneggevole e pratico, dotato di una lama in acciaio snella, affilata e resistentissima, presenta un manico in corno di montone ed è un oggetto unico: ogni artigiano infatti lo certifica con un cartellino che ne garantisce l’autenticità, l’esecuzione a regola d’arte e la tracciabilità.
Il coltello di Pattada continua a essere oggi uno strumento indispensabile per chi lavora in campagna ma è anche diventato un oggetto ambito dai collezionisti. Sempre fedeli alla tradizione, gli artigiani di Pattada lo propongono infatti in varie tipologie che si differenziano essenzialmente per la lunghezza della lama, il colore del manico e le incisioni e le decorazioni particolari che possono essere richieste dal cliente.
Il coltello di Pattada è diventato un’eccellenza della Sardegna, un oggetto di artigianato unico capace di stupire e di emozionare.
Tutte le immagini sono state scattate nella bottega artigiana Sistigu