È un gioiello dell’architettura medievale che rimarrà per sempre nel vostro cuore grazie alla fantastica alternanza di colori, il bianco del calcare e il nero del basalto

Non c’è sito, non c’è libro, non c’è depliant dedicato alla Sardegna che non la ritragga: perché la basilica di Saccargia è semplicemente iconica. Come potrebbe non esserlo? È un gioiello dell’architettura medievale che rimarrà per sempre impressa nella vostra mente e nel vostro cuore. Perché qui il genio dell’arte romanica regala una fantastica alternanza di colori (il bianco del calcare e il nero del basalto) capace di ipnotizzare ogni visitatore, il cui sguardo indugia nei particolari di una facciata ricca di elementi artistici e si perde nella bellezza del campanile, alto ben 41 metri

L’interno poi, non è meno spettacolare, con una copertura lignea a capriate che svetta a quattordici metri di altezza. Larga sette metri e lunga quasi trenta, la chiesa termina con una grande abside, arricchita da un intero ciclo pittorico, realizzato su tre ordini e perfettamente conservato. Una meraviglia.

Da quasi un millennio la basilica della Santissima Trinità di Saccargia non smette di stupire i suoi visitatori. Completata nel 1116, la chiesa fu realizzata da maestranze di scuola pisana sulle rovine di un monastero e fu affidata dai Giudici di Torres ai monaci camaldolesi, diventando un ricco centro di fervore economico e spirituale.

Ancora oggi svetta nelle campagne di Codrongianos, facilmente raggiungibile lungo la strada che porta verso Olbia, ad appena 17 km da Sassari e vicina allo svincolo della Statale 131, la strada che collega i due capi dell’isola. Un motivo in più per visitarla.

 

 

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